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Intervista a Stefano de Luca: un viaggio nel teatro e nella formazione

Ci siamo conosciuti nel 2017, sul palco del Piccolo Teatro di Milano. Stavamo lavorando a un evento speciale: una commemorazione teatrale dedicata a Giorgio Strehler e Carlo Goldoni. In quelle settimane intense, tra prove, luci e silenzi carichi di attesa, ho incontrato un artista che porta il teatro nel respiro e nel pensiero. Stefano de Luca. Regista, attore, formatore. Uomo di teatro nel senso più profondo del termine.

Oggi, a distanza di qualche anno, torno a parlare con lui. E lo faccio per raccontarvi una storia che attraversa l’infanzia, l’insegnamento, l’eredità lasciata da grandi maestri e un progetto che profuma di legno, carta e memoria: la Casa delle Storie.

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1. Come hai scoperto l’amore per il teatro quando eri piccolo?

“Credo di essere sempre stato affascinato da tutto ciò che è racconto, narrazione, storia. In particolare da quel confine sottilissimo tra ciò che chiamiamo realtà e il regno della finzione. Da bambino costruivo città immaginarie fatte di legnetti e aghi di pino, con personaggi che erano sassolini e conchiglie. Mi perdevo in quel mondo. E quando il sole entrava dalla finestra, le ombre di quei piccoli edifici di carta si allungavano sul pavimento. Erano reali. Quelle ombre rendevano reale anche il mio teatro immaginario.”

Un ricordo, questo, che Stefano ha condiviso anche con Peter Brook. E proprio grazie a questa piccola grande storia, è stato ammesso a un laboratorio diretto dal celebre regista. Ma l’incontro con il palcoscenico, nel senso più classico del termine, è arrivato dopo: “Ero un bambino molto timido”, confessa. Ma la scintilla era già lì, accesa sotto forma di gioco e meraviglia.

2. Gli anni di formazione al Piccolo Teatro: cosa ti hanno insegnato?

“Ho provato a restituire quell’esperienza in uno spettacolo che si intitola ‘Maestro! Memorie di un guitto’. Gli anni con Strehler sono stati una scuola incredibile. Una scuola di rigore, di passione, di senso. Lì ho imparato che fare teatro non significa solo recitare, ma interpretare il mondo. Interrogarsi sul senso delle cose. E farlo insieme.”

Le parole di Stefano tornano spesso su questo concetto: il teatro come gesto collettivo, come azione viva e necessaria. Un’arte che non si esaurisce nel talento, ma che si costruisce, giorno dopo giorno, nella disciplina, nella consapevolezza e nella dedizione.

3. Essere assistente alla regia di Giorgio Strehler: com’è stato?

“Il mio provino con lui è stato indimenticabile. Durissimo, persino spaventoso. Ma anche una delle più grandi lezioni di teatro della mia vita.”

Stefano non ci racconta quel provino a parole. Preferisce mostrarlo attraverso un video, registrato al Teatro Studio Melato qualche anno fa. “Lo so, è un paradosso, perché il teatro è presenza. Ma un video è meglio di niente.”

Anche se Strehler è scomparso nel 1997, “il mio dialogo interiore con lui non si è mai interrotto”, dice. E lo si capisce. Perché quando Stefano parla di teatro, le sue parole portano con sé l’eco di un maestro che ha lasciato un’impronta profonda e luminosa.

4. Come è nata la tua passione per la formazione?

“Forse ha a che fare con mia sorella più piccola. Mi piaceva spiegarle le cose, anche quelle difficili. Col tempo, ho capito quanto sia importante trasmettere ciò che si è imparato.”

Stefano parla della formazione con lo stesso entusiasmo con cui racconta del palcoscenico. Per lui, insegnare è un atto creativo. Che si tratti di bambini, attori o manager d’azienda, crede nel potere trasformativo del teatro. “Viviamo in una società che vuole tutto e subito. Ma nelle arti – come in ogni mestiere – serve tempo, artigianato, dedizione. E questo è ciò che provo a trasmettere.”

5. La Casa delle Storie: cosa rappresenta per te questo nuovo progetto?

“Da qualche anno ho lasciato Milano per vivere vicino a Como, in un piccolo paese, immerso nei boschi. Qui ho fondato un’associazione: Piccolo Teatro Quotidiano. L’idea è quella di un teatro che entra nella vita quotidiana delle persone, e viceversa.”

E così nasce La Casa delle Storie: una casa che si trasforma in teatro. Un luogo in cui si fanno laboratori con i bambini dell’asilo, si creano gruppi di adulti, si aprono le porte a spettacoli, musica e narrazioni. “Vogliamo che le storie di ogni giorno nutrano il nostro fare teatro. E che il teatro, a sua volta, nutra le nostre vite.”

Puoi sostenere la sua raccolta fondi cliccando qui!

Ci lasciamo così...

Per ora. Perché torneremo presto a parlare con Stefano per approfondire il progetto La Casa delle Storie.
Nel frattempo, vi invitiamo a visitare il suo sito stefanodeluca.it e – se potete – a inviarci domande o curiosità: saremo felici di includerle nel prossimo incontro.

Intanto non perderti la nostra diretta venerdì 11 aprile alle ore 11.30!  Ti aspettiamo qui: https://www.instagram.com/eleonoraumidon/

🎭 Stefano, grazie per averci aperto la tua casa, il tuo teatro, la tua storia.

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